Il 5 ottobre si è svolto il 19° incontro bilaterale tra Russia e India, che ha visto Putin e Modi stipulare alcuni accordi di cooperazione in settori strategici per entrambe le nazioni. Il summit si inserisce in un contesto di estrema amicizia tra Mosca e New Delhi, favorito dal legame personale tra i due leader.

1. COOPERAZIONE A TUTTO CAMPO

Il recente summit di New Delhi tra il presidente russo Vladimir Putin e il primo ministro indiano Narendra Modi è stato assai fruttuoso sia in termini di qualità che quantità, rafforzando i legami tra i due Paesi. In particolare, il corridoio Nord-Sud, che dovrebbe collegare l’India all’Europa attraverso la Russia, è stato uno dei principali punti discussi dai due leader. Attraverso questo accordo, le ferrovie nazionali dei due Paesi si sono impegnate a migliorare i collegamenti per il trasporto di merci verso il Vecchio Continente, pianificando di poter raggiungere 5 milioni di tonnellate di merci annuali per il prossimo anno e di aumentare continuamente tale cifra negli anni a venire. Anche la preparazione alla prima missione spaziale indiana, prevista per il 2022, è stata al centro delle trattative. Infatti l’Agenzia spaziale russa Roscosmos e quella indiana ISRO hanno concordato di far partecipare gli astronauti indiani a simulazioni e corsi presso le basi spaziali russe. Oltre a questo, in Russia verrà assemblato il nuovo sistema di navigazione indiano, basato sui progetti del sistema russo GLONASS.

 

2. UN CONTRATTO MILITARE IMPORTANTE

Il punto focale di questo summit, però, resta la vendita di materiale bellico di primaria importanza per le ambizioni strategiche indiane in Asia meridionale. Il principale contratto siglato tra i due leader è quello riguardante le batterie di difesa aerea S-400, già sul tavolo delle trattative nel precedente vertice bilaterale di Sochi dello scorso maggio. Per un totale di 5,5 miliardi di dollari, la Russia dovrebbe vendere alle Forze indiane 5 reggimenti di S-400 Triumf dotati di lanciatori per missili a lungo raggio, i quali comprendono anche dei nuovi sistemi radar. Con questo nuovo sistema di difesa terra-aria, le capacità di intercettazione indiane si allargherebbero fino a 400 chilometri dal sito di lancio. Al sistema di difesa a lungo raggio si vanno ad aggiungere i 2,2 miliardi di dollari previsti per l’acquisto di quattro nuove fregate furtive multiruolo. Il Governo indiano sta progettando anche l’ammodernamento del proprio parco blindati entro il 2020 e ha lanciato la proposta per la realizzazione di circa 1.700 nuovi veicoli in sostituzione dei suoi carri più antiquati. In seguito al contratto degli S-400, la Russia potrebbe essere agevolata per ottenere questo importante contratto.

3. REAZIONI E PREOCCUPAZIONI

Le reazioni regionali e globali al vertice sono state generalmente negative, in quanto l’avvicinamento delle due potenze potrebbe minare la stabilità asiatica, provocando un’ulteriore escalation militare nel sub-continente. Ancora prima della firma finale dell’accordo sugli S-400 sono arrivate dure critiche dagli Stati Uniti per la sua incompatibilità con il CAATSA (Countering America’s Adversaries Through Sanctions Act), ovvero la legge statunitense che prevede sanzioni per chiunque proceda con l’acquisto di armi e altro materiale strategico da Iran, Corea del Nord e Russia. Inoltre l’India ha da poco ratificato il COMCASA (Communications Compatibility and Security Agreement), uno degli atti che abilita un alleato o partner commerciale ad acquistare armi e strumentazione da Washington. Gli accordi con la Russia, quindi, sono stati letti come un possibile avvertimento lanciato dall’India agli USA e mirano a diversificare i fornitori di materiali bellici della Repubblica indiana. L’Amministrazione Trump dovrà pertanto valutare l’applicazione di eventuali sanzioni contro New Delhi. Intanto la Cina, rivale storica dell’India, vede nell’accordo tra Modi e Putin un possibile punto di rottura con Mosca, con cui Pechino ha siglato un accordo simile sull’acquisto del sistema S-400.

Alessio Baccinelli