La rivoluzione sbiadita negli occhi dei giovani iraniani

La società iraniana si trova oggi a dover affrontare sfide interne ed esterne, sotto un regime che cerca a tutti i costi di mantenere vivo il ricordo della rivoluzione e rinsaldare i suoi princìpi cardine. Ma le nuove generazioni sembrano allontanarsi sempre più da quel sistema di valori che non gli appartiene e che hanno interiorizzato attraverso una narrativa forse ormai sterile.

Una società a forma di rivoluzione

Come ogni rivoluzione che si rispetti, quella del 1979 in Iran distrusse il quadro sociale e politico esistente per ricrearne uno nuovo, ristabilendo un sistema di valori che vedeva il giurisperito religioso (Velāyat-i Faqīh) come unica fonte di autorità e guida dello Stato. A livello sociale, la rivoluzione venne appoggiata da una larga fascia della popolazione, anche a causa del fallimento delle politiche economiche avviate dall’ultimo Shah. Queste portarono a una grave crisi occupazionale e a una trasformazione della società iraniana, intensificando il divario tra i ceti più bassi e il ceto privilegiato. Allo stesso tempo, i giovani universitari si opposero alla monarchia autoritaria, incapace di interpretare le necessità della popolazione.

Sotto la guida dell’Ayatollah Ruhollah Khomeini, le forze islamiste non lasciarono spazio agli altri attori politici e cristallizzarono la rivoluzione con la promessa di realizzare giustizia sociale e alleviare la povertà per le classi più svantaggiate. La Repubblica Islamica avviò così un programma di welfare, per compensare le disparità sociali, che aveva come target nuove categorie in linea con l’ideologia del regime: le famiglie dei martiri e dei combattenti, gli oppressi e le fasce più marginalizzate della popolazione.

Iranian people gather to show their sympathy to the victims of the crash of the Boeing 737-800 plane, flight PS 752, in Tehran, Iran January 11, 2020. Nazanin Tabatabaee/WANA (West Asia News Agency) via REUTERS ATTENTION EDITORS 

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