Lo scorso 20 marzo gli agenti dell’FSB (Federal’naja služba bezopasnosti Rossijskoj Federacii), i servizi segreti russi, hanno smantellato una pericolosa cellula jihadista nella gelida regione di Krasnoyarsk, nella Siberia centrale. Il gruppo jihadista, denominato Krasnoyarsk Jamaat (Congreazione di Krasnoyarsk), si stava organizzando per colpire durante la Coppa del Mondo di calcio che inizierà a Mosca il prossimo 14 giugno.

Il reclutamento di nuove leve da parte del gruppo avveniva principamente nella moschea della città di Krasnoyarsk Sobornaya, che non aveva mai creato problemi fino ad ora, e in alcuni locali pubblici di ristoro riservati ai musulmani dove si servono esclusivamente prodotti halal.

Non è stato certo semplice per gli agenti dell’FSB neutralizzare la cellula islamista. Il gruppo, infatti, non era presente su nessun social network, i suoi membri non usavano telefoni cellulari né tantomeno le email. Persino in pubblico gli aderenti non si parlavano tra loro. Nonostante sia stato impossibile ricorrere alle intercettazioni ambientali o telefoniche, gli agenti dei servizi segreti russi sono comunque riusciti a fermare la cellula. Molto probabilmente avevano ricevuto una soffiata, forse arrivata dalla moschea, e aspettavano il primo passo falso di uno dei membri per arrestarli tutti. Stando ad altre notizie trapelate in questi giorni, i terroristi per esercitarsi avrebbero dovuto colpire proprio a Krasnoyarsk e in altre località russe che però non sono stati rivelate dalle autorità.

 

Un’immagine dell’operazione anti-terrorismo effettuata dai servizi segreti russi nella regione di Krasnoyarsk.

 

Nell’operazione gli uomini dell’FSB hanno fatto irruzione in 16 appartamenti dove sono stati trovati nove presunti jihadisti: tre organizzatori e sei membri di altre cellule, alcuni dei quali erano da tempo ricercati. Nel blitz fulmineo, condotto senza fare “troppi complimenti” come da tradizione russa, sono andati in frantumi porte, vetrate e finestre. Gli ordini arrivati da Mosca erano molto chiari: evitare a tutti costi la fuga di qualche terrorista e, in caso di problemi, abbattere i fuggitivi. L’intuzione si è rivelata esatta. Nei covi sono stati rinvenuti, oltre a manuali per la produzione di ordigni esplosivi e pubblicazioni religiose estremiste, anche biglietti aerei prenotati per la stessa giornata in cui sono stati effettuati gli arresti.

Indiscrezioni della stampa russa dicono che molti degli arrestati si erano formati in campi d’addestramento all’estero, probabilmente in zone tribali di Afghanistan o Pakistan, aree impervie dove non si ha notizia di tentativi di penetrazione di forze speciali occidentali o russi.

 

Le misure di sicurezza per i Mondiali di calcio

Da mesi la propaganda jihadista invita i proprio sostenitori a commettere attentati durante i prossimi mondiali di calcio. Sul web continuano a circolare fotomontaggi che ritraggono calciatori famosi come Lionel Messi o Cristiano Ronaldo inginocchiati in attesa di essere decapitati da un miliziano che brandisce un coltello. Ma non solo. Al-Wafa Media Foundation, network legato allo Stato Islamico, qualche tempo fa ha diffuso attraverso il sistema di messaggistica istantanea Telegram l’immagine di un jihadista armato di kalashikov nell’atto di innescare un’ordigno. A fare da sfondo la Volgograd Arena, stadio in costruzione a Volgograd dove si giocheranno alcune partite del campionato mondiale.

L’FSB russo ritiene che il terrorismo islamico rappresenti la minaccia principale per lo svolgimento della Coppa del Mondo. Per prevenire possibili attentati, il presidente russo Vladimir Putin ha fatto predisporre in tutte le città che ospiteranno le partite importanti misure di sicurezza e impartito ordini molto precisi affinchè la caccia ai terroristi produca risultati concreti prima che inizi il torneo. A giudicare dai filmati arrivati dalla Siberia che mostrano quest’ultima operazione antiterrorismo, la sensazione è che i russi e il loro apparato di polizia facciano molto sul serio.