I militanti dello Stato Islamico hanno ucciso più di 200 persone in un assalto coordinato avvenuto in un’area controllata dalle forze governative nella Siria sud-occidentale che risulta essere uno dei più cruenti degli ultimi anni.

Negli attacchi suicidi contemporanei sono avvenuti nella provincia di Sweida, finora rimasta relativamente isolata dalle violenze dei sette anni di guerra, hanno perso la vita soprattutto civili che si trovavano nelle vicinanze del mercato locale che è stato colpito da 3 diversi attentatori a bordo di moto durante l’ora di punta. I media locali, nel mostrare le immagini crude dei soccorsi, riportano anche l’uccisione di altri due jihadisti, diretti sullo stesso obiettivo, prima che si facessero detonare.

Ciò che colpisce maggiormente è la scelta del luogo, Sweida, una provincia che si trova a metà strada tra Damasco e Amman, infatti è sempre rimasta sotto il controllo delle forze governative e negli anni ha registrato soltanto episodi di confronto sporadici con i ribelli. In contemporanea con gli attacchi che hanno colpito il capoluogo di Sweida, gruppi di militanti jihdisti hanno preso d’assalto anche i villaggi vicini terrorizzando la popolazione.

La rivendicazione del Califfato è arrivata immediatamente, così come la risposta delle truppe di Assad che hanno lanciato numerosi attacchi aerei alle postazioni ribelli della zona. Questo ennesimo e sanguinosissimo attacco avviene in un momento in cui l’esercito di Damasco sta riconquistando rapidamente tutte le sacche di resistenza del paese, ma l’impegno costante e aperto su più fronti può aver indotto i militanti a tentare un colpo di coda a sorpresa.