Starliner è stata riportata a Terra. La navetta americana realizzata dalla Boeing per la NASA non era riuscita a raggiugere l’orbita prevista. Starliner era partita in perfetto orario alle 12,36 (ora italiana) del 20 dicembre da Cape Canaveral. Ma la capsula diretta alla Stazione spaziale internazionale (Iss) non è riuscita a raggiungere l’orbita corretta perché ha consumato più carburante di quanto era stato previsto. Un problema al timer ha rovinato il test spaziale della Boeing. La capsula non è stata in grado di agganciare la Iss, comandata da Luca Parmitano, e portare agli astronauti, materiale, alcuni rifornimenti e i regali di Natale.
COS’E’ LA STARLINER?
Si tratta di uno dei due veicoli spaziali di aziende private selezionati dalla NASA per portare astronauti statunitensi verso la Stazione Spaziale Internazionale e ritorno. Fa parte del Commercial Crew Program, creato dall’agenzia spaziale USA per non dipendere dai russi per il trasporto di astronauti dopo la chiusura del programma Space Shuttle nel 2011, che comunque aveva smesso di effettuare cambi di equipaggi della ISS già nel 2009. La Staliner, o meglio CST-100 Starilner è il veicolo della Boeing, capace di portare fino a sette membri di equipaggio. La forma ricorda quella conica delle vecchie capsule Apollo, anche se la tecnologia è quella moderna. Diversamente dalle Apollo e dalla futura Orion della NASA, la Staliner non atterra in mare, ma sulla terra ferma con l’aiuto di paracadute e airbags. L’altro veicolo del Commercial Crew Porgram è la Crew Dragon della Space X di Elon Musk.
COSA DOVEVA FARE?
Questo era il primo test di volo senza equipaggio della capsula in configurazione completa e messa in cima all’apposito razzo, un Atlas 5 dell’ULA (consorzio tra Boeing e Lockheed Martin). La Crew Dragon della Space X aveva già effettuato il test lo scorso marzo. Il volo prevedeva la messa in orbita, test in volo, l’aggancio con la ISS, la permanenza per diversi giorni e poi il rientro a Terra. Come si è visto, c’è stato un problema subito dopo lo sgancio del veicolo dall’ultimo stadio dell’Atlas 5. Si è trattato di un errore nel timer di bordo che probabilmente è stato programmato male. In sostanza, il computer credeva di essere in un tempo che non era quello reale, perciò l’accensione per l’inserimento orbitale ha consumato troppo propellente, impedendo le successive manovre per raggiungere e agganciare la ISS. I controllori a terra si erano accorti del problema, ma non sono potuti intervenire perché è avvenuto proprio nel momento in cui il segnale stava passando da un satellite a un altro. Probabilmente, se ci fossero stati astronauti a bordo avrebbero potuto risolvere loro la situazione, prendendo il controllo manuale o ordinando lo spegnimento dei motori per poter sistemare il timer. Sta di fatto che la missione è terminata anzitempo con un atterraggio perfetto nel poligono di White Sands (New Mexico) domenica 22 dicembre. Ora Boeing e NASA dovranno decidere se sarà necessario un altro test, oppure si andrà direttamente con il primo volo con equipaggio.
E QUINDI LA STORIA EI REGALI DI NATALE?
La capsula era senza equipaggio, perciò, a parte un manichino con tuta che serviva per fare i test di stress fisico durante il volo e il rientro, era stata caricata con alcune cose. C’erano vestiti, cibo, sistemi per il monitoraggio delle radiazioni e anche alcuni regali natalizi. Purtroppo, sono tutti rientrati a terra con la capsula visto che non c’è stato l’aggancio. Però, qualcosa per le feste era già arrivato all’inizio di dicembre a bordo della Dragon, uno dei veicoli di rifornimento senza equipaggio.
Emiliano Battisti
Nato a Roma nel 1986, laurea triennale in Scienze Politiche e specialistica in Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli. Stagista presso l’Ambasciata italiana a Washington e presso quella statunitense a Roma. Master in Istituzioni e Politiche Spaziali, esperto di Nord America. Segretario Generale de Il Caffè Geopolitico
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