Il boss della mafia siciliana Totò Riina è morto questa notte alle 3.37 nel reparto detenuti dell’ospedale di Parma. Ottantasette anni compiuti ieri, era in coma dopo aver subito due interventi nelle scorse settimane. Nonostante da 24 anni fosse detenuto in regime di 41 bis, era ancora considerato dagli inquirenti il capo di Cosa Nostra. Malato da anni, negli ultimi tempi le sue condizioni erano peggiorate tanto da indurre i legali a chiedere un differimento di pena per motivi di salute. Istanza che il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha respinto nel luglio scorso. Ieri, quando ormai era chiaro che le sue condizioni erano disperate, il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha concesso ai familiari un incontro straordinario col boss.
Arrestato il 15 gennaio del 1993 dai Carabinieri del ROS dopo 24 anni di latitanza, Riina stava scontando una pena cumulativa di 26 ergastoli. Tra le varie condanne le più gravi furono quelle per la strage di via d’Amelio e per quella di Capaci, avvenute nel 1992 e in cui vennero uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e le loro rispettive scorte. In questi anni di detenzione Riina non ha mai mostrato alcun cenno di pentimento per il sangue versato dalla mafia sotto i suoi ordini nell’offensiva contro lo Stato condotta nei primi anni Novanta.
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Redazione
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