Bielorussia, le proteste anti Lukashenko

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha lanciato un appello per la moderazione in Bielorussia, dove continuano gli scontri tra polizia e manifestanti a seguito delle contestate elezioni. In Europa abbiamo un unico stato che conserva e applica ancora la pena capitale: la Bielorussia, appunto.

Le proteste sono scoppiate durante la notte nella capitale, Minsk e in altre città dopo che fonti governative hanno dichiarato il Presidente di lunga data Alexander Lukashenko, al potere dal 1994, nuovamente vincitore con l’80% dei voti, confermando così per lui un sesto mandato.

Migliaia di persone sono state arrestate durante le proteste, che continuano. La situazione nel paese è diventata davvero preoccupate. Il rischio è la repressione sistematica pianificata dalle istituzioni del popolo in piazza. Svetlana Tikhanovskaya si dice pronta ad «agire da leader nazionale» per riportare calma e normalità in Bielorussia, secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass che dà notizia di un nuovo messaggio video della leader dell’opposizione. «Sono pronta ad assumermi la responsabilità e ad agire da leader nazionale affinché il Paese si calmi e riprenda un ritmo normale», ha detto nel messaggio video diffuso su YouTube, in cui chiede «elezioni reali, giuste e trasparenti che siano accettate senza condizioni dalla comunità internazionale».

 

 

Intanto, i lavoratori bielorussi sono in sciopero, si stanno riunendo in comitati e si preparano a notificare formalmente all’amministrazione, tramite il sindacato, che la produzione industriale del paese sarà interrotta. Anche le problematiche occupazionali sono il frutto di inefficienze economiche non risolte. Nel 2015, la Bielorussia attraversava un’importantissima crisi economica registrando una contrazione annuale del PIL del -3,83%. Un sistema politico che non possiede gli ammortizzatori sociali per il benessere dei propri cittadini. Il sistema bielorusso non riesce a generare un appropriato sostegno, né sussidi sufficienti per i disoccupati e le loro famiglie. Allo stesso tempo, la capitale si presenta come l’unico forte di ricchezza e opportunità generando uno scontro sociale con le periferie. Sostanzialmente, anche dalle analisi economiche e dalle statistiche sulla ricchezza collettiva, coloro che abitano nella capitale tendono ad essere più ricchi rispetto al resto del paese e alla popolazione che vive al di fuori di Minsk.

Gli eventi, che in questi giorni sono caratterizzati da sollevazioni popolari nel paese, hanno trovato grande spazio sia sui canali televisivi dei paesi baltici. La televisione di stato finlandese, con la corrispondente Suvi Turtiainen, ha monitorato e registrato cosa accade in una fabbrica locale: gli operai sono in stato di agitazione. Quello che accade nel paese accende i riflettori anche sul comportamento europeo.