All’interno della comunità europea sono molti i paesi che hanno vissuto importanti ripercussioni economiche a causa del coronavirus, come Spagna, Italia e Francia. Un dibattito a livello comunitario risulta importante per comprendere le prospettive future del settore, tra i più colpiti dagli effetti della pandemia.
Tale comparto vale oltre il 10% del PIL nell’UE e ha importanti ricadute su settori chiave, quali trasporti, commercio, agroalimentare, industrie culturali e creative, moda, edilizia e cantieristica navale. Se non riparte il turismo, molto difficilmente l’economia europea potrà riprendersi. Per questo, è fondamentale che la risposta europea sia adeguata alla crisi.
La Commissione europea ha annunciato che presenterà un piano sul turismo nella seconda metà di maggio. In un’intervista, il Commissario europeo responsabile, Thierry Breton, ha già anticipato:
«Il turismo sarà di gran lunga il comparto economico più colpito dagli effetti della pandemia, per questo la sua ricostruzione deve essere in cima alla lista delle nostre priorità. All’intero settore dovremo destinare un quinto del nuovo fondo per la ripresa, che a mio avviso dovrebbe avere a disposizione un totale di 1.600 miliardi».
Su posizione analoghe è anche il Parlamento europeo. In questo contesto, è importante che gli operatori del turismo possano confrontarsi con i rappresentanti delle istituzioni UE e nazionali sulla definizione di una strategia di sostegno e rilancio per questo settore strategico. Un problema significativo è rappresentato dagli accordi bilaterali ai quali stanno lavorando alcuni Paesi membri per favorire alcune nazionalità ritenute più “sicure” in quanto a diffusione del virus.
Ad esempio, la Croazia sta negoziando con la Repubblica Ceca una sorta di accesso, che prevederebbe l’esibizione di un certificato medico di non contagiosità che eviterebbe di dover fare la quarantena. Anche l’Austria starebbe lavorando a qualcosa di simile per favorire i turisti tedeschi. Il rischio è dunque di una “selezione” dei viaggiatori che potrebbe portare a gravi pericoli sanitari e squilibri competitivi in Europa. Una corsa alla riapertura del turismo su base nazionale potrebbe portare, ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas, a dei rischi «inaccettabili».
I responsabili del turismo hanno poi sottolineato che in molti paesi membri il comparto non solo contribuisce in modo significativo al prodotto nazionale lordo (PIL) da solo, ma influenza anche direttamente o indirettamente numerosi altri settori economici.
Appare certo che un contributo significato al settore potrebbe provenire dall’implementazione di elementi tecnologici, formulare una nuova visione del turismo che sia 4.0. Questa fase molto particolare sta facendo riflettere molti albergatori circa il loro rapporto con le OTA. Infatti, anche i colossi come Booking.com in questi giorni stanno mostrando sostegno.
Ovviamente, le OTA rimarranno dei partner commerciali importanti, specialmente in Italia. Anche perché il mercato è molto ampio e tante strutture ricettive, in particolar modo quelle più piccole, troveranno sempre un approdo sicuro nell’affidarsi ad un intermediario. Non solo, bisognerà prestare molta attenzione ai movimenti dei mercati internazionali, per essere bravi ad intercettare le nazioni che ripartiranno prima. In questo modo, si potranno effettuare attività pubblicitarie mirate sugli stati che hanno ricominciato per primi a dimostrare interesse nel viaggiare in Italia. «Le aree interne, i parchi, i borghi e gli itinerari enogastronomici sono le prime mete raggiungibili per un turismo di territorio, sicuro e sostenibile. Occorre sostenere queste realtà», ha recentemente ribadito il Presidente della Fondazione UniVerde e già Ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.
Si delineano nuove visioni del viaggio: turismo eno-gastronomico, turismo delle radici, wellness, detox e turismo eco-sostenibile. Sostenibilità, scoperta delle particolarità e digitalizzazione possono rappresentare il futuro del settore. Nell’epoca del turismo 4.0 non è sufficiente offrire un servizio di qualità, ma si deve progettare interamente l’esperienza turistica che si desidera offrire. In un progetto di prospettiva del settore, l’uso delle tecnologie è diffuso, a partire da quelle utili ad “arricchire” la fruizione del patrimonio stesso. Il digitale offre grandi possibilità in ambito artistico e culturale, facendo nascere sempre più musei multimediali, applicazioni di realtà aumentata ed esperienze “virtuali”.
Esempio in tale settore è il Water Museum of Venice che valorizza il patrimonio liquido nelle Tre Venezie attraverso lo studio, l’analisi, la scoperta del passato e la digitalizzazione. Il settore turistico, grazie a queste innovazioni, si vivacizza e per favorire una crescita costante è importante anche che le istituzioni si coordino e che siano destinati al settore culturale i giusti investimenti. L’Europa deve rispondere in modo smart alle problematiche emerse negli ultimi mesi, tentando di valorizzare e innovare la bellezza del territorio, sostenendo i paradigmi della sostenibilità.
Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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