Venerdì 28 settembre 2018, la Corte penale di Parigi ha condannato Lotfi e Karim Souli (51enne padre e il 23enne figlio), rispettivamente a dieci e otto anni di carcere con l’accusa di “aver fatto parte di associazione criminale al fine di preparare atti di terrorismo”. I due uomini, vennero arrestati l’8 maggio 2015 al confine turco-siriano con il figlio minorenne di Lotfi Souli (e fratello di Karim) Mohamed-Amine Souli. Lotfi e Karim Souli vennero accusati di essersi trasferiti (ottobre 2013) nei territori di guerra siriani e di aver aderito al gruppo salafita-jihadista “Ahrar Al Sham” dove vennero stati incorporati nella “katibat” (brigata) di Abu Jaber (nella foto). Mohamed-Amine Souli che si trova attualmente sotto la tutela dello Stato francese, verrà giudicato invece dal “Tribunale dei Minori” di Parigi il prossimo 13 ottobre 2018.
Lotfi Souli pero’ non è un jihadista qualsiasi, l’uomo che viene descritto come “estremente pericoloso e sfuggente” è infatti laureato in ingegeneria elettronica ed ha conseguito anche un dottorato in telecomunicazioni mentre il figlio era all’epoca dei fatti, al primo anno di università. Lotfi Souli è sicuramente migliore come ingegnere che come bugiardo vista la sua testimonianza; “io non volevo andare in Siria, all’epoca dei fatti io e i miei figli eravamo in vacanza in Turchia quando il pulmino sul quale eravano, ha accellerato fino a 180 km/h. Ero completamente sbalordito perché dopo pochi minuti eravamo a Raqqa senza volerlo!” Il Presidente del Tribunale dopo averlo ascoltato gli ha ironicamente risposto; “che sacrificio”. Figura centrale nella radicalizzazione di Lotfi e Karim Souli fu Anass Belloum all’epoca 17enne, amico del giovanissimo Mohamed-Amine Souli. Il franco-tunisino Belloum che si presume sia morto come “martire” nel Siraq, si reco’ in Siria nell’aprile del 2013 arruolandosi nella milizia “Ahrar Al Sham”. La famiglia Souli ne segui’ la sorte e quando i tre componenti della famiglia vennero arrestati nel 2015 al confine turco-siriano, dissero che “ erano partiti per salvarlo e di essersi uniti ai jihadisti contro la contro la loro volontà e di essere stati tenuti in ostaggio prima dal gruppo “Ahrar Al Sham”, poi dallo Stato Islamico fino a maggio 2015 data nella quale riuscirono a scappare verso la Turchia”. Gli inquirenti francesi hanno scoperto le molte menzogne raccontate dal 50enne ingegnere franco-tunisino che parti’ per la Siria per implementare la rete di telecomunicazioni GSM dell’Isis che aveva sede a Raqqa e che su l’intera ha raccontato persino di essere stato imprigionato dall’Isis. Mille versioni e bugie di un uomo che grazie alla sua personalità coinvolse anche i suoi figli. Ai familiari di Anass Belloum sono stati sequestrati i computer del giovane dove sono state rinvenute le comunicazioni e i video tra lui e la famiglia Souli che hanno mostrato le loro assolute convinzioni jihadiste e i progetti terroristici. Lotfi Souli prima di partire svuoto’ i suoi conti correnti e quando venne arrestato aveva con se più di 8000 € e 3700 dollari in contanti ma non solo, aveva moltissima documentazione dello Stato islamico, manuali utili alla fabbricazione di esplosivi, notizie sulle rotte degli aerei e ricerche su Google Maps in merito alla posizione della Torre Eiffel e sul ponte Jena di Parigi. Inoltre nei loro dipositivi elettronici sono emerse le prove delle sue ricerche in merito a sostanze chimiche e esercizi con simultatori di volo online che avevano come scenario la Tour Eiffeil.
Sempre a proposito di Francia nell’Esagono è allarme rosso, entro la fine del 2020 il 60% dei jihadisti condannati prima dell’avvento dello Stato islamico e quindo sedotti dall’ideologia salafita di Al Qaeda, avrà scontato la pena. Secondo il Ministero della Giustizia, 500 musulmani sono attualmente in prigione per terrorismo e altri 1.200 sono criminali comuni sono diventati nel frattempo estremisti islamici. Ma quanti sono ? Secondo le statistiche ufficiali del Ministero della Giustizia, il 1 ° dicembre 2017, poco meno di 80.000 persone erano in carcere in Francia. Quanti i detenuti musulmani? La legge vieta qualsiasi dato basato su razza, religione o origine ma nel 2015, un rapporto pubblicato dal senatore Jean-René Lecerf affermava che in quattro delle più grandi prigioni francesi, il 50% dei detenuti erano musulmani. I terroristi che usciranno dal carcere, sono attesi da strutture jihadiste ormai rodate pronte ad attaccare di nuovo la Francia che deve già badare alle oltre 20.000 “Fiche s “in libertà.
Stefano Piazza
Giornalista, attivo nel settore della sicurezza, collaboratore di Panorama e Libero Quotidiano. Autore di numerosi saggi. Esperto di Medio Oriente e terrorismo. Cura il blog personale Confessioni elvetiche.
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