Macron a Shanghai a difesa degli interessi dell'Ue

La porta della Cina si aprirà sempre di più», ha rassicurato il presidente cinese Xi Jinping durante la fiera delle importazioni in corso a Shanghai. Xi rispondeva alla richiesta del presidente francese Emmanuel Macron che alla cerimonia di apertura del secondo Import Expo di Shanghai, invenzione di Xi, era tornato su un punto caro agli europei. «Abbiamo bisogno di una maggiore apertura della Cina del suo mercato. Molto è stato fatto negli scorsi anni, in termini di riduzione delle tariffe e di riforme al settore finanziario. Ma chiediamo che tali iniziative vengano consolidate e approfondite», ha dichiarato Macron, riferisce France 24. Il Capo dell’Eliseo conta di rafforzare i legami commerciali con Pechino e si pone a difesa degli interessi dell’Europa in quadro internazionale che sembra invece spigere la Cina verso gli Stati Uniti, a discapito del vecchio continente.

Washington e Pechino sarebbero vicine alla firma di un accordo di tregua alla guerra dei dazi. Di contro, l’Europa che con Macron continua mostrarsi alla Cina quale fronte unito, verrebbe lasciata indietro a tutto vantaggio delle relazioni bilaterali sino-americane. In tale contesto, il presidente francese sfodera ancora una volta la propria arte diplomatica, intento a riprendere il filo dei negoziati tra Pechino e Bruxelles su un accordo per gli investimenti. Un accordo consacarto da un impegno politico reciproco nel 2015 ma i cui negoziati erano partiti già nel 2013. Il 2020 sarà l’anno entro cui tale accordo dovrà essere concluso, a tale proposito si ingrana la marcia della diplomazia europea. Proprio allo scopo di continuare a parlare a Xi con un’unica voce e per portare a casa il Comprehensive Agreement on Investment, il Capo dell’Eliseo si fa accompagnare a Shanghai dal Commissario Ue all’agricoltura Phil Hogan.

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Ma non tutto sembra filare come previsto dal punto di vista europeo. A settembre sarebbe saltato un incontro da tenersi a Bruxelles tra il vice premier cinese Liu He e i leader dell’Ue. L’impressione è che ci sia un intenso lavoro tra le diplomazie statunitese e cinese, mentre l’Unione starebbe uscendo dai radar di Pechino. È l’opinione di Joerg Wuttke, presidente della Camera di Commercio dell’Unione Europea in Cina, espresssa dal quotidiano di Hong Kong Scmp. Wuttke ha parlato apertamente di scarsi progressi nei colloqui intervenendo a un forum organizzato dal Centre for China and Globalisationthink tank di base nella capitale cinese. Per Wuttke, il nodo è ancora quello della reciprocità. In sostanza, Pechino ha evidenziato poca flessibilità nel voler permettere «all’Europa di fare in Cina ciò che la Cina può fare in Europa».

Macron vuole ridurre il deficit commerciale della Francia con la Cina, arrivato a 29.2 miliardi di euro. Ma sarà grazie a lui se, al termine dell’incontro con Xi a Pechino, l’Europa mercoledì 6 novembre firmerà un accordo bilaterale a protezione di 100 prodotti europei e a tutela delle indicazioni geografiche protette. Con quest’accordo, saranno tutelati dalle versioni contraffatte anche prodotti italiani. Tra quelli francesi ci sono lo Champagne, il Bordeaux e il Borgogna, il Cognac e il formaggio Roquefort. A marzo durante la visita di Xi a Parigi Macron aveva siglato un accordo tra il consorzio europeo Airbus stimato intorno ai 18 miliardi di dollari. In quella sede si era consumato lo strappo tra l’Italia e il resto dell’Eurpopa, con la triade Macron, Merkerl, Juncker. Macron aveva mostrato agli italiani come si stringono davvero accordi vantaggiosi con la Cina, mentre l’Italia aderiva a livello formale e politico alle Nuove Vie della Seta.


 Centre Pompidou modern art museum in Shanghai, France 24

Quella frattura non sembra rimarginata, i vantaggi della BRI per l’Italia non si sono ancora materializzati. Da un lato, continua ad esserci l’Italia del Ministro degli Esteri Di Maio, che corteggia Xi e che punta a un accordo per la vendita di carne bovina e riso da risotto da 300 milioni di euro; dall’altro, l’Euopa unita di Emmanuel Macron che fa a gara con Di Maio per guadagnare le simpatie di Xi e degli acquirenti cinesi di prodotti esteri. Ma il presidente francese lavora anche al soft power di Parigi e a rafforzare le relazioni culturali con la Cina del potente Xi Jinping. Martedì 5 novembre a Shangahi Macron ha inaugurato il Centre Pompidou nel distretto culturale di West Bund, al centro di un hub finanziario in cui transitano 24 millioni di persone. Il museo ospita anche opere di Picasso e Kandinsky e aprirà il prossimo 8 novembre.

Pubblicato Su Il Mattino