La conferenza stampa annuale di Putin

La tradizionale conferenza annuale tenuta dal Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha avuto luogo il 19 Dicembre 2019. Durante questo incontro, durato quasi quattro ore, sono stati affrontati sei principali argomenti: il cambiamento climatico, lo scandalo doping in vista delle future Olimpiadi, le relazioni russe con Bielorussia e Ucraina, oltre che il rapporto USA- Russia.

Il Format

Il 19 dicembre si è tenuta la quindicesima edizione della Conferenza stampa di fine anno di Vladimir Putin, una tradizione iniziata nel 2001, durante il primo mandato del Presidente. Questo evento mediatico permette, di anno in anno, ai leader esteri di capire la direzione strategica russa.La lunga conferenza stampa ha visto il Presidente affrontare questioni internazionali e nazionali, alcune discusse in maniera superficiale o del tutto evasiva.

Il Presidente della Federazione Russa ha diramato pochi dettagli sul possibile emendamento costituzionale relativo ai mandati presidenziali. Putin ha detto che la Russia non ha bisogno di una «nuova Costituzione» ma ha anche affermato che alcuni emendamenti sono «possibili», specificando che il termine «consecutivo» riferito ai mandati presidenziali potrebbe tuttavia «essere rimosso». Inoltre, Putin ha mantenuto una condotta distaccata sia quando è stato fatto riferimento alla Brexit e riguardo i commenti di Boris Johnson, sia quando si è parlato di un possibile coinvolgimento russo nell’omicidio di un ex-militante ceceno, Zemlikhan Khangoshvili, che ha avuto luogo a Berlino ad agosto e che ha causato l’espulsione di due diplomatici russi dalla Germania. La Germany ha infatti accusato i servizi di sicurezza russi di aver ordinato l’omocidio. Su questa vicenda, Putin si è limitato a specificare che non vi è stata nessuna ufficiale richiesta di estradizione prima della morte dell’ex-militante, fugando eventuali dubbi sull’interessamento russo nel caso. Putin, tuttavia, ha paragonato Khangoshvili ai terroristi dello Stato Islamico ora imprigionati in Siria e ha chiesto come fanno i paesi europei a permettere a certi individui di camminare liberamente per le strade delle capitali europee.

Riscaldamento Globale

Uno dei primi scogli del discorso di Putin è stato il cambiamento climatico. Il riscaldamento globale è stato sicuramente l’hot topic del 2019 che, anche grazie alla mobilitazione sociale ispirata da Greta Thumberg, ha guadagnato i primi posti delle agende governative. “Vova” ha riconosciuto la minaccia rappresentata dall’innalzamento delle temperature che in Russia, come ribadito dal Presidente, crescono 2.5 volte più velocemente rispetto alla media del resto del pianeta. La Russia ha aderito recentemente al “Paris Agreement”, promettendo di ridurre le emissioni dei gas serra del 30% entro il 2030. Questa decisione testimonia la reale preoccupazione del Presidente per gli effetti che il riscaldamento globale può portare nel Paese, specialmente nella zona più settentrionale e prossima al Circolo Polare Artico. Le città in questa area sono costruite sul permafrost, quindi un eventuale scioglimento dei ghiacci avrebbe risultati catastrofici per le popolazioni residenti. Nonostante la presa di posizione e l’apparente intenzione di ridurre le emissioni, Putin è rimasto vago sulle possibili cause del cambiamento climatico. Il capo del Cremlino ha dunque messo dunque in dubbio l’azione negativa dell’uomo. Putin ha ricordato che il nostro pianeta è già stato soggetto a periodi di riscaldamento e raffreddamento climatico, ma ha anche ammesso che, nonostante queste ciclicità, le previsioni dei possibili effetti sono difficili da formulare. Di fronte a tali affermazioni, è utile ricordare che la Russia è il quarto paese al mondo per emissioni di co2, dietro a India (7%), USA (15%) e Cina (30%).

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Lo scandalo WADA

Il focus si è poi spostato sullo scandalo WADA, in vista delle future Olimpiadi di Tokyo 2020. La Federazione Russa è accusata di aver somministrato sostanze dopanti ai suoi atleti olimpionici. Come risultato, la WADA, in data 9 dicembre, ha bandito per i futuri 4 anni la presenza di bandiere e team russi nelle maggiori competizioni internazionali, Olimpiadi incluse. Sulla legittimità delle sanzioni WADA, Vladimir Putin ha affermato che le modalità decise dall’ente di controllo contraddicono il buonsenso, oltre ad essere illegittime e contrarie al diritto internazionale. Secondo il Presidente, le sanzioni hanno ragione di esistere nel momento in cui sono indirizzate a singoli individui che hanno infranto le regole. Illegittimo, invece, risulta il comportamento della WADA, che ha preso una misura collettiva nonostante la maggior parte degli atleti russi non abbia assunto sostanze dopanti, a detta appunto di Vova. A seguito di queste affermazioni, la Russia, in data 27 dicembre, ha presentato ricorso formale alla WADA per annullare le sanzioni, che pesano a livello sportivo e soprattutto ledono l’immagine della Federazione Russa.

 Le Relazioni internazionali

I giornalisti presenti alla conferenza stampa hanno fatto domande al Presidente sulla qualità dei rapporti con la comunità internazionale, specificatamente nell’area balcanica e con gli USA.

Vova ha affrontato la questione ucraina avvertendo che una revisione degli accordi di Minsk, come proposta dal presidente ucraino Zelensky, porterebbe ad uno stallo nelle trattative con la zona orientale. Non si dovrebbe quindi andare a modificare l’accordo di Minsk, che determina lo statuto speciale del Donbas, ma iniziare piuttosto concrete politiche di dialogo diretto con l’area. Sempre in riferimento all’Ucraina, Putin ha affermato che il transito di gas nel paese ucraino verrà preservato, cercando una soluzione che soddisfi anche le parti coinvolte nella costruzione di gasdotti come Nord Stream 1, Nord Stream 2 e Turk Stream.

Recentemente, la Russia ha aumentato la vicinanza con la Bielorussia, in virtù del preesistente Trattato di unione tra Russia e Bielorussia del 1997, che ha portato a strette connessioni politiche, economiche e militari fra i due paesi senza riuscire a finalizzare l’unione statale. Dopo aver innalzato i prezzi delle fonti energetiche e tagliato i sussidi, il Cremlino è pronto a firmare nuovi accordi economici e politici con la Bielorussia, forte della sua posizione e della pressione esercitata su Minsk.

Putin ha poi parlato di Donald Trump, protagonista dell’impeachment. Anche secondo Vova e come sembra quasi scontato, difficilmente la procedura di impeachment solleverà Trump dall’incarico. L’impeachment, fortemente voluto dai Democratici, aveva spinto il partito a investigare nelle relazioni russo-americane, prima di passare al caso Biden. Putin ha accusato i Dem di voler rimuovere Trump «usando altri mezzi», avendo perso le elezioni presidenziali del 2016. Putin ha anche sostenuto l’infondatezza delle accuse dei Democratici contro Trump, indicando quindi la procedura di impeachment come una continuazione della lotta politica persa dai Dem nel 2016.

Il Presidente ha chiuso la parte del discorso relativo alle relazioni internazionali parlando della situazione libica. Putin ha suggerito un accordo tra le due parti, che porti alla fine delle azioni militari e che stabilisca chi governa il paese. In attesa che un accordo simile venga finalizzato, la Russia mantiene aperto il dialogo con il Primo Ministro al Serraj e con il comandante Haftar, ha detto Putin.

Il futuro della Russia

Durante la conferenza stampa annuale si è parlato a lungo della condizione interna russa e della stabilità del Paese. Oltre che a stabilire l’impossibilità di una riforma pensionistica, Putin ha iniziato a parlare del futuro della propria leadership in Russia. Il Presidente ha infatti parlato di un possibile emendamento costituzionale che toglierebbe la clausola di consecutività dei due mandati, ovvero la stessa clausola che aveva permesso a Vova di tornare alla presidenza dopo il periodo Medvedev. Questa modifica costituzionale mette in dubbio il potere del leader dopo il 2024, ma è anche un segnale per i futuri presidenti della Federazione, i quali non potranno utilizzare la stessa soluzione utilizzata da Vova nel 2008. Le criptiche parole di Putin sul proprio futuro politico hanno lasciato l’opinione pubblica divisa.

Putin, che ha ridato stabilità alla Russia dopo aver ereditato il potere da Boris Yeltsin, è però una figura che divide le masse. Una parte della popolazione russa preferirebbe ancora la presenza leader, ma è anche vero che cresce la percentuale di cittadini che vorrebbero un’alternativa, e con essa una nuova via per la Federazione Russa.

Le strade di Mosca si sono macchiate di sangue, proprio nel giorno della conferenza stampa annuale. Un attacco terroristico alla Lubyanka, sede dei servizi di sicurezza russi FSB e dell’ex KGB, ha avuto luogo contemporaneamente alla conferenza di Putin. Sarebbero morti 3 uomini, secondo alcuni media russi. Al contrario, le fonti FSB riportano che solo un funzionario sarebbe rimasto ucciso. Entrambe le fonti hanno confermato che l’attentatore è stato neutralizzato poco dopo l’attacco, mentre non c’è alcuna informazione riguardo l’identità dell’uomo.