«Le cose che leggiamo riguardo centinaia e addirittura migliaia di mercenari russi uccisi sono tentativi di diffondere speculazioni sulla guerra in Siria». Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha smontato così, a margine di una conferenza organizzata dal think thank Valdai a Mosca il 19 e 20 febbraio, le notizie secondo cui nei raid aerei effettuati dai caccia americani lo scorso 8 febbraio a Deir Ezzor, nella Siria orientale, sarebbero stati uccisi decine di paramilitari collegati all’esercito russo.

A meno di due settimane dall’accaduto, sono ancora poche le notizie certe su quanto avvenuto nei pressi di Khasham, città situata lungo il fiume Eufrate a sud-est rispetto alla città di Deir Ezzor. Qui, secondo quanto comunicato dal Pentagono, una colonna formata da blindati e pick up armati di lanciarazzi avrebbe attaccato miliziani delle SDF (Forze Democratiche Siriane), subendo poi la controffensiva dei caccia americani che avrebbe causato oltre 100 morti tra miliziani identificati genericamente come «pro-Assad».

Per ora Mosca si è limitata a riconoscere che in quei bombardamenti sono rimasti uccisi cinque cittadini russi, non inquadrati formalmente nell’esercito russo. Il che conferma che la Russia sta effettivamente utilizzando squadre di mercenari nel conflitto siriano, specie nelle aree più calde dove il rischio di registrare perdite di soldati regolari è maggiore.

 

Il Gruppo Wagner

In Russia è in vigore una legge che vieta all’esercito di appoggiarsi a squadre di mercenari. Numerose inchieste hanno però dimostrato l’utilizzo di contractor sia da parte di società russe – che si affidano a loro per difendere investimenti fatti in aree di crisi – che direttamente da parte delle forze armate di Mosca. Si tratta in maggioranza di ex militari regolari, per lo più cittadini russi ma anche ucraini e serbi, pagati per combattere negli ultimi anni soprattutto in Ucraina orientale e in Siria.

Di questi alcuni, una volta “scoperti”, sono stati puniti. Altri invece hanno continuato a operare senza alcun problema. Tra i primi ci sono Vadim Gusev e Yevgeny Sidorov. Nel 2014 entrambi sono stati condannati a tre anni di carcere per aver reclutato oltre 200 ex soldati russi in una formazione paramilitare chiamata Slavonic Corps. L’obiettivo era organizzare una missione militare in Siria, proprio nella regione orientale di Deir Ezzor al confine con l’Iraq.

Tra i secondi c’è invece Dmitry Utkin, a capo della compagnia militare privata Cvk Wagner (Chastnaja Voennaja Kompanija), meglio conosciuta come Gruppo Wagner. Secondo diverse fonti che hanno assistito da vicino a quanto avvenuto l’8 febbraio a Khasham, tra i miliziani pro-Assad che si apprestavano ad attaccare le SDF ci sarebbero stati anche membri di questa compagnia.

Nel 2016 Utkin e la sua formazione sono stati inseriti nella black list dal dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per aver «reclutato e inviato soldati a combattere a fianco dei separatisti (filorussi, ndr) nell’Ucraina orientale». Del gruppo si sa che si serve di una base militare situata in un villaggio poco distante da Krasnodar, nel sud della Russia. Pare inoltre che la formazione sia operativa stabilmente in Siria dalla fine del 2015. A differenza di Vadim Gusev e Yevgeny Sidorov, Dmitry Utkin non è mai stato punito per le sue attività, ottenendo invece nel dicembre del 2016 un riconoscimento dal Cremlino per i suoi trascorsi al servizio dell’esercito russo.

 

Dmitry Utkin, a capo della compagnia militare privata Cvk Wagner

 

I rapporti tra contractor e oligarchi russi

Sul ruolo che i paramilitari di Utkin avrebbero avuto recentemente a Deir Ezzor è interessante una pista seguita dal sito russo Fontanka, la cui versione va però presa con le dovute precauzioni essendo un organo di informazione notoriamente vicino al fronte anti-Putin. Secondo Fontanka, la compagnia Cvk Wagner sarebbe collegata direttamente alla società russa Yevro Polis che avrebbe firmato un accordo con il governo siriano per garantire a Damasco il possesso di giacimenti e infrastrutture energetiche finiti in questi anni nelle mani di ribelli e gruppi jihadisti, ottenendo in cambio una quota del 25% sulla futura produzione di petrolio e gas. La Yevro Polis sarebbe a sua volta legata a Yevgeny Prigozhin, uomo d’affari di San Pietroburgo a capo della Concord Catering, società che controlla diverse attività di ristorazione e che negli ultimi anni ha vinto molti appalti indetti dal ministero della Difesa russo.

Anche i tre soggetti nominati da Fontanka – la compagnia russa Yevro Polis, Yevgeny Prigozhin e la sua società Concord Catering – sono stati inseriti nella black list del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti per «aver materialmente assistito» un’altra compagnia russa che si è occupata della costruzione di una base militare vicino al confine con l’Ucraina (vale a dire quella utilizzata da “Cvk Wagner” nei pressi di Krasnodar). Prigozhin, in particolare, nei giorni scorsi è finito anche nell’elenco degli indagati nel caso Russiagate con l’accusa di aver avuto un ruolo nel presunto tentativo di Mosca di aver influenzato le elezioni americane del novembre 2016.

Al netto dell’utilizzo ormai evidente di mercenari in Siria da parte della Russia, è bene però tenere anche conto del fatto che sulla strage di Deir Ezzor si sta giocando una partita politica e mediatica che punta da un lato a mettere in luce le perdite subite dalla Russia nel conflitto siriano, dall’altro a screditare la di per sé fragile intesa tra USA e Russia in Siria.

Detto ciò, quanto accaduto attorno ai giacimenti di Khasham dimostra quanto si stia rivelando insidiosa questa campagna militare per Mosca. Il Cremlino sta provando ad alleviare il bilancio delle perdite subite servendosi di mercenari, in modo da evitare che l’opinione pubblica russa pianga troppi soldati uccisi. Ma la guerra è guerra, e può capitare che non sempre Mosca sappia con esattezza come si muovono le società russe che operano in contesti al limite della praticabilità come la Siria, e quanti “irregolari” siano presenti nei teatri di guerra in cui opera l’esercito russo. Dopo il “fuoco amico” dell’aviazione americana a Deir Ezzor, sarà pertanto inevitabile assistere ad altri incidenti di percorso.