Il Marocco continua a sorprendere la comunità internazionale in tema di economia, politica e società per le continue novità legislative e di vicinanza al mondo occidentale, al modello culturale di laicità e all’apertura delle proprie istituzioni. La monarchia del Marocco conferma la propria spinta “laica” in sostegno della civiltà e della comune convivenza.
Il paese non si è limitato soltanto all’avvio di relazioni diplomatiche e al lancio di nuove rotte commerciali con Israele, ma ha sviluppato idee e iniziative all’interno della sfera culturale e identitaria legata alla formulazione di programmi scolastici, generalmente elementi non inclusi nelle relazioni arabo-ebraiche.
Dopo l’annuncio della storica normalizzazione dei rapporti diplomatici tra Israele e Marocco, il 13 dicembre il paese nordafricano ha annunciato una modifica rivoluzionaria all’interno dei piani di studio delle scuole marocchine. A breve, gli studenti del Marocco potranno partecipare a lezioni di storia e cultura ebraica. Serge Berdugo, segretario generale del Consiglio delle comunità ebraiche del Marocco che ha sede a Casablanca ha dichiarato, in una nota alla stampa internazionale, che questa riforma scolastica avrà “l’impatto di uno tsunami”. Una rivoluzione culturale ribadita e confermata anche dall’Ambasciatore del Regno del Marocco in Italia Youssef Balla durante una recente intervista per i microfoni di “New Radio Network”.
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L’ebraismo fa parte della storia del Marocco. Quando gli ebrei furono espulsi dalla Spagna e dal Portogallo nel XV e XVI secolo, molti fuggirono in Marocco. Molte migliaia di ebrei perseguitati in Europa nel corso dei secoli, in particolare durante l’Inquisizione spagnola (1492) e la Shoah, si rifugiarono in terre musulmane. Lì furono accolti e, molto spesso, rispettati e protetti. La popolazione ebraica nel regno marocchino raggiunse oltre le 250mila persone nel 1948, quando nacque lo stato di Israele. Nei decenni successivi, mentre le tensioni arabo-ebraiche aumentavano, molti se ne andarono. Fino al 1960 Essaouira era una città in cui ebrei e arabi vivevano insieme in una comunità pacifica e amichevole. Alla fine dell’Ottocento, la città aveva una maggioranza di 18mila cittadini ebrei su una popolazione totale di 25mila: un caso unico nel mondo arabo.
Il Marocco di oggi guarda concretamente al rilancio delle relazioni con Israele, essendo il Regno alla ricerca di una nuovo approccio contemporaneo e multilaterale alla geopolitica tra Europa e mondo arabo, all’insegna della promozione di un’identità nazionale moderna improntata ad un “Islam aperto e tollerante” e in antagonismo all’immagine internazionale della Repubblica fondamentalista dell’Iran, che continua ad esercitare repressione politica e ad applicare la pena di morte nei confronti di intellettuali e giornalisti.
All’interno dei nuovi programmi scolastici del Regno, verranno adottati due nuovi libri destinati alla quarta e alla sesta classe: volumi che descrivono la vita e l’eredità degli ebrei marocchini sotto il sultano Mohammed Ben Abdellah al-Khatib. Questa novità educativa farà parte del curriculum ufficiale delle nuove generazioni marocchine e punta a consolidare il rapporto tra Israele e lo Stato arabo. In termini di formazione e educazione, l’iniziativa ha l’obiettivo di lottare anche contro ogni forma di estremismo islamico, di antisemitismo e di negazionismo. Una novità per il mondo occidentale ma, soprattutto, una scossa per il mondo islamico e per il futuro delle relazioni internazionali.

Domenico Letizia
Giornalista, membro di redazione della rivista di geopolitica e affari internazionali “Atlantis”. Speaker radiofonico di “RadioAtene”. Membro del Consiglio Direttivo della ONG "Nessuno tocchi Caino". Ha scritto vari saggi sulla Repubblica di Azerbaigian, sulla Moldova e sulla cooperazione alimentare nel Mediterraneo.
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