Il nuovo piano di Boris Johnson per Brexit

Il nuovo piano del primo ministro britannico Boris Johnson per Brexit è stato già bocciato da Dublino. La proposta che il premier presenterà oggi all’Ue servirebbe ad evitare il no deal, ovvero a scongiurare l’uscita senza accordo o dura del Regno Unito dall’Unione il prossimo 31 ottobre. «Ciò che l’intero mondo desidera è concludere la procedura con calma e buon senso e andare avanti. È per questo motivo che lasceremo l’Unione Europea il 31 ottobre, costi quel che costi… Poniamo fine alla questione Brexit. Possiamo, dobbiamo e lo faremo», ha detto il capo del governo brtannico in occasione della conferenza annuale del Partito Conservatore, scrive Reuters. Johnson ha ripetuto che il Regno Unito è pronto al no deal e di aver formulato “l’offerta finale” ai 27 Stati dell’Ue. Se Bruxelles dovesse rifiutare, si verebbe a configurare l’uscita scompaginata di Londra, vista da molti come una catastrofe.

Anticipato ampiamente dal Telegraph, il nuovo piano di Johnson può essere sintetizzato così: “due confini per 4 anni”. La proposta di accordo si pone come alternativa al famoso backstop . L’Irlanda del Nord uscirebbe dopo la transizione a fine 2021 sia dall’Unione Europea che dall’unione doganale, lo stesso avverrebbe per il Regno Unito. L’Irlanda del Nord resterebbe tuttavia allineata per 4 anni al mercato unico europeo per i prodotti agricoli e industriali e in quei 4 anni le sarebbe riconosciuta un’esenzione dal codice doganale e dall’Iva europei. Come scrive il Guardian, tale sistema escluderebbe la necessità di imporre di nuovo i controlli di frontiera sui prodotti in transito tra Irlanda e Irlanda del Nord. Per gli altri tipi di merci dovrebbe esserci qualche forma di controllo doganale. Dopo il 2025, il Parlamento nordirlandese sarà chiamato a decidere se restare allineato alle leggi europee, evitando dunque la reintroduzione di un confine “rigido” con l’Irlanda, o se allinearsi alle norme del Regno Unito.  Il nodo del backstop, meccanismo pensato per evitare appunto di tornare a un confine “rigido” tra Irlanda e Irlanda del Nord, era stato il motivo per cui il governo dell’ex premier Theresa May non era riuscita a far passare l’accordo su Brexit. Il piano era stato rigettato sonoramente dal Parlamento di Londra.