Marocco, i compromessi di Bouznika per la crisi libica

Il Marocco è al lavoro per un nuovo accordo di Skhirat a favore del dialogo in Libia. Mercoledì 16 settembre Fayez al Serraj ha annunciato in un discorso alla televisione che si dimetterà in autunno, entro la fine di ottobre. Serraj è il primo ministro del Governo di accordo nazionale (GNA), il governo libico riconosciuto a livello internazionale. Ha guidato il GNA da quando è stato formato, nel 2015. Il GNA era il risultato di un accordo appoggiato dalle Nazioni Unite, che aveva l’ambizione di unire e stabilizzare la Libia in seguito alla guerra civile scoppiata nel 2011. L’incarico a Serraj era stato ratificato con gli Accordi di Skhirat, in Marocco. E proprio il ruolo del Marocco nell’avvio del dialogo libico è stato accolto molto positivamente a livello internazionale.

Nella tarda notte di giovedì 10 settembre, le due delegazioni libiche dell’Alto Consiglio di Stato libico e del Parlamento di Tobruk hanno annunciato di aver raggiunto un accordo globale a termine dei loro incontri nell’ambito del dialogo libico che si è svolto nella città di Bouznika (in Marocco). Criteri e meccanismi  relativi a un’intesa su nomi condivisi per guidare le istituzioni sovrane libiche sono i punti centrali di questo accordo che sarà completato durante l’ultima settimana di questo mese con la definizione delle misure necessarie a garantire la sua applicazione e attivazione, come è stato spiegato nella nota congiunta finale, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri del Marocco Nasser Bourita.

Il ruolo del Marocco nell’avvio del dialogo libico è stato accolto molto positivamente a livello internazionale, in particolare dalle Nazioni Unite (ONU), dalla Lega dei Paesi araba, dall’Unione Europea, dall’Unione Africana e dalla Comunità degli Stati Sahelo-Sahariani (CEN-SAD), e punta a ricreare lo spirito di Skhirat del 2015 quando i le due parti avevano concordato per la creazione del Governo di accordo nazionale. Il dialogo libico segue la visita in Marocco di pochi settimane prima del presidente dell’Alto Consiglio di Stato libico, Khaled Al Mechri, e del presidente del parlamento libico, Aguila Salah e la visita del Rappresentante speciale e capo della Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) ad interim, rappresentante speciale aggiunto del Segretario Generale, Stéphanie Williams.

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Le consultazioni, organizzate in applicazione dell’articolo 15 dell’accordo politico libico concluso a Skhirat,  erano iniziate domenica scorsa e sarebbero dovute durare due giorni prima di decidere di prorogare il dialogo fino a giovedì scorso . Mantenere il cessate il fuoco e allentare la tensione con il tentativo di riallacciare i rapporti dopo la spaccatura politica, civile e militare nel Paese e proseguire i negoziati per un accordo politico, anche se ostacolato dal generale Haftar. Per gli osservatori internazionali è un percorso irrinunciabile per rimettere in carreggiata il processo di pace aperto con lo storico accordo di Skhirat nel lontano 2015.

Segnali positivi erano in effetti emersi già fin dall’inizio delle consultazioni con un clima definito “disteso” dalle due parti libiche. Durante la prima conferenza stampa il rappresentante dell’Alto Consiglio di Stato libico, Mohamed Khalifa Najm, a nome delle due parti aveva dichiarato che il dialogo politico procede in modo positivo e costruttivo e che sono stati ottenuti importanti compromessi. Sradicare la corruzione, lo sperpero dei fondi pubblici e porre fine alle divisioni interne sono le prime intese positivamente discusse per definire il contesto delle azioni e sottolineando che le due parti sperano di ottenere risultati decisivi per aprire la strada verso il completamento del processo di una soluzione politica globale in tutto il paese. Gli ostacoli non sono pochi e forse sarà necessario molto altro tempo,  considerando le numerose interferenze straniere nella crisi libica che ha alimentato il conflitto.

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Intervenendo all’apertura di questo dialogo, il Ministro degli Affari Esteri del Marocco, Nasser Bourita, aveva insistito, a questo proposito, che la soluzione alla crisi libica si basa su tre principi fondamentali, il patriottismo libico, la convinzione che la soluzione possa essere solo politica e la fiducia nelle capacità dell’Alto Consiglio di Stato libico e della Camera dei rappresentanti libica come istituzioni legittime per superare le difficoltà e impegnarsi in un dialogo responsabile nell’interesse del Paese.

Intanto la comunità internazionale si è detta soddisfatta per l’esito positivo di questo dialogo e dei risultati definiti “incoraggianti” e ringraziando il Marocco per questa iniziativa di colloquio inter-libico, svolta sotto l’egida delle Nazioni Unite. Colloqui telefonici tra il Ministro degli Esteri del Marocco con i più importanti attori nel dossier libico (commissione UE, Stati Uniti, Russia, Turchia, Lega araba) sono succedute per tutta la giornata di venerdì 11 settembre.

Un clima disteso, lontano dai conflitti, interessi e pressioni internazionali è una condizione indispensabile per coltivare la speranza di una soluzione. La strada è infatti piena di insidie e ostacoli. Basti ricordare che dopo l’acclamato accordo di Skhirat in Marocco, unico raggiunto finora, la situazione era precipitata con lo scoppio della guerra civile, peggiorata negli anni con l’intervento di molti Paesi a sostegno di una fazione o dell’altra, in cerca di un posto al sole a scapito degli interessi dei libici.mIn questo scenario nulla appare scontato e questa volta sarà imperativo trovare un accordo integrale e comune libico-libico per rendere possibile affrontare le sofferenze del popolo, vittima principale,  e andare verso la costruzione di uno Stato forte e stabile.

PHOTO: Morocco hosted a Libyan dialogue in Bouznika from September 6-10. Photo: Ministry of Foreign Affairs/Facebook