In Libia il processo di pace può cominciare?
Nell’attesa che terminino definitivamente gli scontri in Libia e dopo le dimissioni annunciate dal premier del Gna, Fayez al-Sarraj, e quelle del governo della Libia orientale, non riconosciuto dall’Onu, con sede a Tobruk per “voce” del primo ministro Abdallah al-Thani, la Camera di Commercio Italo-Libica sottolinea segnali positivi di cambiamento nel paese nordafricano. Sostenere un percorso che porti alla stabilità è una questione di rilevanza fondamentale anche per le tante imprese italiane che operano e vogliono tornare a operare in Libia.

«La cessazione degli scontri tra le forze armate dell’est e dell’ovest, nell’attesa che terminino definitivamente, e gli incontri tuttora in corso tra i due belligeranti in Marocco e in Svizzera rappresentano i primi segni di un’evoluzione positiva del caos che si è determinato in Libia all’indomani delle dinamiche del post rivoluzione antigheddafiana.

Il percorso per giungere alle elezioni resta molto complesso e i colloqui tra i due governi ricercano una road map che necessita di una stabilità in Libia e di una ampia condivisione internazionale che dovrebbe rafforzarsi dopo l’imminente tornata elettorale in USA. Il segnale positivo e molto interessante è scaturito dal meeting tenutosi a Tripoli il 1 ottobre, alla presenza dei Sindaci di Tripoli Centro, Zintan, Zliten, Zawiya, Sawani, Janzur, Mazda, Hay Al Andalus, Abu Silim, Misallata, Qas Al Akhyar, Zahra, Al Mamoura Alnasriya, Tarhuna, Ghadames, Almaya, Suq Aljumaa.

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La richiesta di arrivare entro 120 giorni alle elezioni parlamentari affinché si predisponga il referendum sulla Carta Costituzionale rappresenta un’azione di forte responsabilità, una road map alle quale hanno dato la loro adesione anche i sindaci, non presenti, delle comunità di Misurata, Al Khums, Nalut, Ain Zahra, Wadi Bawanis, Traghen, Obari, Sharqiya, Ghariyan, Dhaher al Jabal, Tawergha. È questo un primo passo per incidere sullo stallo istituzionale e condizionato dalla presenza divisiva delle milizie. Nel contempo le comunità al centro invocano la demilitarizzazione di Sirte perché possa essere eletta sede neutrale temporanea di un nuovo governo provvisorio che prepari nell’arco di 18 mesi le elezioni generali del Paese.

I recenti accordi sulla ripresa delle attività estrattive petrolifere e la discesa in campo delle comunità, dialogo costante e positivo e mai cessato tra i Sindaci, è un segno che, superando le dinamiche internazionali che incidono negativamente sulla Libia, si può avviare un percorso che porti verso la stabilità. Il nostro Paese, coinvolto in questa crisi, deve supportare questo processo avviato dai Sindaci per riconsegnare al popolo libico la guida di strategie di stabilizzazione finora manovrate da forze esterne che hanno solo contribuito ad alimentare lo scontro più che a sostenere  stabilità e coesione in Libia.

L’Italia da sempre non solo partner economico, ma paese amico e indissolubilmente legato alla Libia, deve riprendere una politica di presenza attiva nel Mediterraneo, di fronte a dinamiche che pericolosamente minano stabilità e prosperità futura».